Un matrimonio vintage sul mare in Toscana: il mio (la cerimonia)
Riprendo la narrazione del mio matrimonio vintage sul mare della Toscana interrotto un post fa, dove ci eravamo lasciate al momento dell’uscita della sposa.
Mentre sono per strada, sull’auto scassata di mio padre, mi dicono che il mio futuro marito e gli altri invitati sono un po’ in apprensione per il mio ritardo. Ritardo che oramai si aggira intorno ad una mezz’ora… Sì, lo so, è tantino, ma è tutta colpa del trucco!
Non essendo riusciti a trovare un mezzo di trasporto vintage in accordo con il nostro budget (per 5 minuti di auto hanno avuto il coraggio di chiederci 800,00 euro… dico io, scherziamo!), io e mio padre abbiamo pianificato una strategia: arrivare nel parcheggio della marina con la sua vecchia BMW blu (parcheggio adiacente alla sala, ma il cui accesso è molto discreto perché lontano dall’entrata del municipio) e, una volta dentro, parcheggiare in prossimità dell’ascensore su cui saliremo insieme per sbucare poi sulla scenografica passerella lungo mare… diabolico!
Peccato solo che, appena siamo arrivati in prossimità del braccio meccanico, l’auto che ci precedeva è andata a fermarsi troppo vicino al sensore, non permettendone il sollevamento e facendoci ritardare altri 10 minuti!
Ok… ci siamo, saliamo e sbuchiamo sulla passerella senza essere visti da nessuno, come pianificato (a quell’ora il paese è quasi deserto).
Per adesso mi sento bene, spavalda e felice. Stefano mi vede e si precipita all’interno della sala. Mentre faccio la passerella, penso solo che tra poco diventerà mio marito e vorrei percorrerla correndo. Aumento il passo.
Presa dall’emozione e dal ritardo, non vedo lo splendido allestimento (l’altra bellissima sorpresa) di Angela e Donella (dopotutto è a questo che servono i fotografi!): la passerella realizzata con la sabbia e decorata con legnetti presi dal mare, candele, conchiglie e trine (che in seguito Angela mi rivelerà essere stata realizzata anche con l’aiuto di mio padre); il candelabro preso in prestito dalla mia casa e la valigia antica contenente le buste con i coriandoli che ho faticosamente realizzato con le mie mani.
Entriamo finalmente! Appena dentro, seduta nelle ultime file, vedo una mia cara amica d’infanzia e nel vederla mi sale la commozione. Da lì e per tutta la durata della cerimonia non smetterò più di piangere.
Da qui in avanti credo che non ci sia molto da dire…
sennonché, nonostante sia stata una cerimonia civile – che non abbiamo personalizzato con strani riti pagani o parole altisonanti scritte per l’occasione – è stata molto emozionante. Infatti, i 15 minuti scarsi del rito vero e proprio sono sembrati molti di più proprio perché ci siamo assaporati ogni singolo attimo.
È fatta! Siamo marito e moglie!
Dopo le dovute congratulazioni agli sposi, adesso siamo pronti per il bagno di coriandoli.
Lo sposo era a conoscenza di questa cosa, ma mai avrebbe creduto che gli sarebbe piaciuta così tanto… nemmeno io!
E adesso tutti al ristorante! A piedi però, tanto è vicino.
Congediamo gli invitati per fare un percorso alternativo al loro passando per il porto e fare così qualche scatto suggestivo agli sposi.
Arrivati al ristorante sul mare, in lontananza, si sente già la band suonare il nostro repertorio anni ’30.