Una giornata sul Monte Koya (o Koyasan) e a Osaka
Il Monte Koya è la penultima fermata del nostro viaggio di nozze in Giappone: un posto tra l’onirico e il fiabesco, tanto che potrebbe essere la scenografia perfetta per un film di Hayao Miyazaki
Dove eravamo rimasti? Ah sì, a Kyoto. Da cui partiamo per un viaggio che ha più il sapore di una gimcana, vista la processione dei diversi mezzi di trasporto che dobbiamo prendere e cambiare per arrivare sul Monte koya. Il Monte Koya è considerato uno dei luoghi più sacri e uno dei maggiori centri monastici del Giappone. Per questo, e per il fatto che dormiremo in un monastero, non vedo l’ora di visitarlo!
COME RAGGIUNGERE IL MONTE KOYA
Così, con il treno JR rapid service, alle ore 10:00, partiamo da Kyoto per Osaka. Alla stazione di Osaka lasciamo la grande valigia in uno dei pratici ed economici depositi automatici per proseguire il viaggio con solo uno zaino: se ne trovano di varie dimensioni e costano dai 300 ai 500 Yen. Poi, alla Stazione della Compagnia Nankai, acquistiamo il Koya Pass 2 days (bisogna richiedere i biglietti per il treno Limited Express Koya) che ci porta alla Shinimaya station. A questa stazione cambiamo e saliamo su un altro treno per servirci della linea JR Loop fino alla Gokurakubashi Station, dove prendiamo la teleferica (la corsa costa 390 yen) che raggiunge Kōyasan in 5 minuti.
KOYASAN ONSEN FUKUCIIN
Sul Monte Koya si dorme solo nei templi, si mangia cibo vegetariano con i monaci e ci si alza all’alba (a parte noi) per assistere alle preghiere.
Abbiamo potuto assaporare sia la cucina del monastero, servita verso le 17.30 in vassoi impilati,
sia quella di un piccolo e spartano ristorantino del villaggio che, devo dire, abbiamo gradito ancora di più di quella offerta dai nostri “padroni di casa”. Peccato che non mi sono appuntata il nome! Posso solo dirti che era nascosto all’interno di un grosso negozio di souvenirs e oggetti d’arredo… ancora adesso non so come siamo riusciti a trovarlo tant’era nascosto.
La nostra camera nel Koyasan Fukuciin è tradizionale e molto più grande di quella che avevamo a Takayama; ha il suo bagno interno ma senza la doccia, e ha anche un piccolo terrazzino di legno con vista sul laghetto, nel rilassante giardino Zen del monastero.
Oltre al pernottamento, i pasti garantiti sono due: cena e colazione, ma l’assenza dell’aria condizionata combinata con l’umidità estrema del Giappone in Agosto, ci ha fatto svegliare l’indomani mattina bagnati fradici. Perciò, se anche tu vuoi visitare il Monte Koya e godere appieno del fascino di questo luogo senza tempo, ti consiglio di scegliere un periodo più mite del nostro.
Il Koyasan Fukuciin è anche dotato di Onsen, che però noi non abbiamo utilizzato a causa del caldo. Sicuramente un posto fantastico, ma alla cui accoglienza non do il massimo dei voti. Questi i motivi: il cibo… che, anche se gustoso, durante la notte mi ha provocato una colica con conati di vomito che mi sono trascinata fino ad Osaka, rovinandomi l’ultima parte della vacanza; e per colpa dello “chaperon” caucasico, che non è stato molto gioviale con noi. Una particolare segnalazione meritano gli insetti del Monte Koya, che hanno delle dimensioni preoccupanti… mi raccomando quindi: finestre e zanzariere sempre chiuse.
Se vuoi dormire anche tu al Koyasan Fukuciin e risparmiare
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Okay, adesso ti racconto cosa abbiamo visto sul Monte Koya:
IL VILLAGGIO
DANJO GARAN KONPON DAITO
Il Garan è il recinto di templi dove Kobo Daishi – il fondatore della scuola buddista Shingon – fece costruire il primo edificio religioso del monte Koya e ospita numerosi templi.
L’edificio che spicca fra tutti è sicuramente il Konpon Daito: un enorme stupa bianco e arancione alto 45 metri che contiene una grande statua di Buddha e un raro esempio di mandala tridimensionale.
IL CIMITERO OKUNOIN
L’area di Oku-no-In è sede di un vasto cimitero con molti mausolei, tra cui quello di Kūkai, e un monumento ai caduti nella Seconda guerra mondiale. È percorribile grazie a un sentiero di 2 km che si snoda fra tombe e grandi cedri, per poi terminare al mausoleo di Kobo Daishi. Il cimitero Okunoin racchiude all’incirca 200.000 monumenti funerari e al suo interno si respira un’atmosfera mistica e ricca di sacralità. Per recarci in visita al cimitero abbiamo preferito farlo all’imbrunire, quando iniziano ad accendersi le lanterne… bellissimo! Il silenzio, il senso di pace e la tranquillità che si assapora in questi luoghi è confortante e incommensurabile.
OSAKA
Il giorno dopo, distrutta dai dolori allo stomaco, mi trascino verso la fermata dell’autobus per tornare a Osaka, percorrendo in senso inverso, tra un conato e l’altro, il tragitto fatto all’andata. Arrivati all’Osaka Vista Premio Dojima, per riprenderci, abbiamo praticamente dormito tutto il giorno in una camera per nani, motivo per cui non ho fatto foto (quelle poche che ho fatto le ho scattate con il telefonino) e non ho molto da raccontarti. Visto lo stato in cui versavo, infatti, non abbiamo potuto usufruire del tour all’Osservatorio dell’Umeda Sky Building e al Castello di Osaka e neanche della crociera sull’Acqua Liner, che avrei fatto tanto volentieri.
Sul tardo pomeriggio poi, giacché le mie condizioni si sono stabilizzate grazie ad una medicina gentilmente procuratami dalla reception dell’hotel, decidiamo di recarci all’acquario Kaiyūkan (un po’ piccolo e con l’aria condizionata talmente alta che siamo dovuti uscire subito perché Stefano ha iniziato a sentirsi malissimo);
Ho fatto anche un video
e all’Umeda Sky Building, dove abbiamo visitato l’unico piano gratuito: il seminterrato, che riproduce fedelmente una vecchia strada di Osaka degli anni ’20 (molto carina!).
Sfruttiamo l’alta concentrazione dei ristoranti situati nell’edificio e nella sua prossimità per cenare. Quello che alla fine scegliamo, propone specialità cinesi molto raffinate, servite davanti ad una grande vetrata che permette di godere di una vista della città molto suggestiva, conferendo al tutto un’atmosfera davvero romantica.
Per quello che siamo riusciti a vedere di Osaka (cioè pochissimo) posso solo dirti che è una città elegantemente moderna, di classe e ricca, con un grande assortimento di negozi, ristoranti e locali notturni…
Tuttavia, col senno di poi, non l’avrei mai inserita nel nostro itinerario: in questo modo non avremmo sprecato inutilmente un’altra giornata in una delle città del Giappone che abbiamo apprezzato di più.
Di sicuro c’è che un solo viaggio in Giappone non è sufficiente e adesso che abbiamo imparato a utilizzare i mezzi e a conoscerne un po’ meglio gli usi e i costumi, ci piacerebbe ripetere l’esperienza… ma questa volta organizzando una vacanza in Giappone fai da te… anche perché sono sicura che adesso riuscirei senza problemi a risparmiare molti più soldi.
(quasi quasi ci faccio un articolo)
Con questo post (hai visto i video?) si conclude il racconto del nostro viaggio di nozze in Giappone e quello sul nostro matrimonio. Spero ti sia piaciuto e ti sia tornato utile… che ne pensi di farmelo sapere con un commento?
Se vuoi continuare a viaggiare con me e lo sposo celato